L’intrecciata, storie di ordinaria quotidianità

Zoè Teatri presenta “L’intrecciata : storie di ordinaria quotidianità”, spettacolo di improvvisazione con maschere e stereoTipi contemporanei. Da un’idea di PaoloBusi e Mavi Gianni – Lunedì 20 dicembre al Centro Civico Borgatti in via Marco Polo 51, Bologna; inizio h 21:00; ingresso libero con prenotazione obbligatoria a 331.122.88.89.

Lunedì 20 dicembre al Centro Civico Borgatti, in via Marco Polo 51, Zoè Teatri propone “L’intrecciata : storie di ordinaria quotidianità”, uno spettacolo di teatro partecipato che ved l’alternanza di riflessioni condivise e momenti di improvvisazione. In scena maschere contemporanee, create su disegno specifico di Zoè Teatri a rappresentare gli “stereoTipi” della nostra società. Si inizia alle h 21:00. La sala sarà aperta alle h 20:45 e non sarà possibile entrare a spettacolo iniziato.Lo spettacolo seguirà tutte le normative covid vigenti e sarà necessario pertanto green pass, mascherina e prenotazione al n 331.122.88.89 o alla mail playfulchange@gmail.com   

In principio era l’angelo (del focolare) “La donna è l’angelo del focolare” : in questo stereotipo millenario risiede, secondo Virginia Wolf l’origine della condizione di subalternità della donna.

Secondo l’Angelo del focolare, le donne non devono parlare liberamente e apertamente; le donne devono ammaliare,devono conciliare, devono, per dirla brutalmente, dire bugie se vogliono avere successo.” – scrive nel saggio “The death of the moth” –Ogni volta che avvertivo l’ombra della sua ala sulla pagina, o la luce della sua aureola, afferravo il calamaio e glielo scagliavo contro. Ce ne volle per farla morire (…) Credevo di averla liquidata e invece eccola li di nuovo. Benché mi lusinghi di averla uccisa infine, fu una lotta durissima(…) Ma fu una vera esperienza; un’esperienza che doveva toccare a tutte le donne scrittrici a quell’epoca. Uccidere l’angelo del focolare faceva parte del mestiere di scrittrice.”.

Eppure non è questo l’unico stereotipo a tenerci in ostaggio. Tutti in un modo o nell’altro siamo prigionieri di un ruolo e di una maschera, portatori di false convinzioni e pregiudizi, che influenzano le nostre relazioni generando disparità di genere nelle quattro aree cruciali della società : lavoro, istruzione, salute e rappresentanza politica.

Ma, se le distorsioni cognitive fanno parte dell’essere umano, il primo passo verso il cambiamento è proprio quello di scardinare le gabbie mentali per aprirsi a nuove visioni.Il teatro con la sua forza immaginifica aiuta da sempre l’essere umano a creare nuovi scenari e questo è quello che accadrà in questo spettacolo di Zoè Teatri.

Quali sono gli stereotipi più comuni? Quando il pregiudizio emerge senza volere?

A partire da queste semplici domande, il pubblico offrirà agli attori spunti e suggerimenti per creare all’impronta “storie di ordinaria quotidianità”, creando uno spazio di condivisione e di riconoscimento collettivo. Ogni storia sarà modificata in un continuo esercizio di stile, per esplorare le varie possibilità, con lo scopo di individuare quella corretta.

D’altra parte Zoè Teatri è anche un’associazione di promozione sociale abituata a pensare fuori dagli schemi, ascoltare attivamente, progettare in modo partecipato. “Fin da quando siamo nati 14 anni fa, il nostro lavoro è sempre stato rivolto al sociale, alla Comunità, che ci ispira più di un testo classico.” dice Mavi Gianni, direttrice artistica, “È per questo che ci piace dire che facciamo teatro nello spazio degli incontri”.

L’intrecciata : storie di ordinaria quotidianitàè parte di Play for Change, cambiare prospettiva per cambiare il mondo, un progetto ideato da Zoè Teatri insieme con PlayRes e Scuola di Fallimento, che ha vinto il Bando Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna e che prevede un vero e proprio “campo giochi”  per sperimentare nuovi punti di vistaMaggiori informazioni sul sito www.playfulchange.it.

 


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