Di femminicidi, autostima, stereotipo & pregiudizio

“Fa male pensare che l’emancipazione femminile abbia prodotto tanta rabbia repressa in una parte di uomini che vedono sminuita la loro supremazia, fa male pensare che nel 2023 una compagna che supera il compagno per ruolo, stipendio, istruzione, capacità, sia di ostacolo alla realizzazione del maschio nella sua pretesa di superiorità, e che basti questo a far perdere il controllo al punto di uccidere. Lavorando all’ultimo libro sono incappata nelle realtà minorili a rischio, in ragazzini immigrati che vivono le contraddizioni di due culture commistiate, nell’abuso di pornografia, nella concezione tutt’ora presentissima di una supposta inferiorità delle femmine, che vanno tenute “gobbe”, che sono “cose” tue di cui puoi disporre e che venire rifiutati, lasciati, etc, è un’onta da lavare col sangue. Sì, siamo ancora qui, anzi, lo siamo più che mai. Perché l’odio verso le donne, nella realtà virtuale e non, è dilagato di pari passi alla crescita di un sesso secolarmente subalterno e oggi in grado di alzare la testa, di decidere in autonomia, di scegliere persino la solitudine o la carriera. Cosa che non va giù a troppi uomini, se ne sentono indeboliti, spiazzati, destabilizzati, inetti al concetto di parità, condizionati da una sottocultura che è nel dna di fin troppe famiglie dove i ruoli sono definiti sciovinisticamente e dove, ancora, i figli maschi sono sacri, ragazzi che vanno capiti (spiegaci perché)”. cit Grazia Verasani in suo post su facebook

Citiamo questo post per farne buon uso durante la settimana prossima ventura. Il tema sarà all’ordine del giorno in tutte le attvità previste, per esserci ancora una volta con i nostri minuscoli compiti.

venerdì 24 novembre – ultima cena con delitto al Circolo Mazzini (già sold out), dedicata al tema con uno dei nostri primi gialli “Mak π 100 Sussurri e grida”

sabato 25 novembre – Nel labirinto della Dea  – a Fiorano Modenese il nostro gioco di ruolo dal vivo parte del progetto “To Play” – attività gratuita su iscrizione

domenica 26 novembre – Il gioco delle parti   laboratorio ludico teatrale che fa  parte del progetto “To Play” – attività gratuita su iscrizione entro il 21 novembre

mercoledì 29 novembre – Dietro le sbarre

Mavi Gianni poterà la sua esperienza nel carcere femminile della Dozza, con il corso “il corpo spensierato”, in collaborazione con Rose Rosse aps e con il Liceo Keynes

giovedì 30 novembre – A prima svista

incontro on line della nostra comunità di pratica parte del progetto To Play

 

Oltre il ponte

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Oltre il ponte di Ognissanti sveliamo le attività di novembre. Info, iscrizioni e prenotazioni al n 3311228889 o con mail a info@zoeteatri.it

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To Play – prossimi appuntamenti 2023

To Play – Le jeux sont fait! Salva i prossimi appuntamenti. Tutte le attività sono gratuite su prenotazione con mail a info@zoeteatri.it

  1. A prima svista – incontri on line per ridefinire il nostro sguardo, attivando una discussione e una comunità di pratica 3 incontri on line dalle 18:00 alle 19:00 : giovedì 26 ottobre – 9 e 23 novembre 2023  – max 12 partecipanti
  2. Shakespeare in Role – to play or not to play? – spettacolo di improvvisazione teatrale al Centro Malpensa di via Jussi 33 – San Lazzaro – venerdì 17 novembre – h 21:00
  3. Nel Labirinto della Dea – L.A.R.P – a Fiorano Modenese, spazio Bla,via Silvio Pellico, 9 – sabato 25 novembre – h 17:00-19:00
  4. Il Gioco delle Partilaboratorio a Bagnacavallo, presso l’Officina dei Desideri. domenica 27 novembre dalle 10:00 alle 18:00

Shakespeare in Role

venerdì 17 novembre, alle h 21:00, al Centro Malpensa, in Jussi 33, San Lazzaro di Savena, Bologna, Zoè teatri presenta “Shakespeare in Role, to play or not to play?” uno spettacolo di improvvisazione teatrale per sganciare le zavorre di stereotipo & pregiudizio. Ingresso libero con prenotazione consigliata al n 331.122.88.89.

Immaginate una compagnia di teatro shakespeariano in piena azione, con la regista e lo sceneggiatore che litigano animatamente sulle tematiche di genere e pari opportunità. E tutto questo a causa della commedia più controversa di Shakespeare: La bisbetica domata.

Caterina, la bisbetica, mostra sottile intelligenza femminile, coraggio e ostinazione ed ha sane convinzioni di indipendenza nella scelta del marito e nella necessità di avere una propria autonomia economica. Eppure, al termine dei cinque atti si rivolge alle altre donne in quanto portavoce della fragilità femminile e il suo monologo finale inizia con : “Vergognati! Vergognati! Spiana quella tua fronte corrucciata, cessa di dardeggiare dai tuoi occhi sdegnosi sguardi a ferire il tuo sposo, il tuo signore, il tuo governatore, il tuo re! ” e si conclude (ahimè) così “Piegate dunque la vostra alterezza, ché tanto non vi servirebbe a niente, e mettete le mani sotto i piedi del vostro sposo”

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